"Il mattino dell'ultima tappa sono nervoso. Il ricordo del Gobi dove durante la tappa lunga di 75 km ho avuto una crisi
tremenda è un tarlo. Non ho mai pensato realmente di finire al secondo posto nella classifica finale della Sahara Race.
L'obiettivo oggi è sopravvivere, fare il meglio senza rischiare. Non guardare gli avversari, ma solo la mia corsa
senza guardare la classifica. Parto e mi accorgo subito che si è stabilita una “strana“ alleanza tra Karnazes e
Sandes. Vanno via di comune accordo. In più si ritrovano una bella lepre. L'organizzazione ha consentito al coreano
Hahn di partire con il secondo gruppo di atleti, i più forti. Non mi scompongo più di tanto. Rimonto piano piano
gli atleti che sono partiti due ore prima. Sono terzo fino al 40° km dove ho un momento di crisi e vengo ripreso da
Rob James, l'atleta inglese: Riesco ad attaccarmi a lui nonostante la crisi non passi e un pò correndo e un pò
camminando arriviamo insieme al CP del 68 km.. la crisi è passata. Mi fermo a prepararmi l'R2 come avevo programmato
e a tirare fuori la lampada frontale ...ormai è notte.
Ad uno del Pc precedenti mi hanno detto che Sandes e Karnazes
sono passati da tantissimo invece scoprirò alla fine che erano avanti di soli 10 minuti. Ma quello che conta per
me è evitare la crisi. Quando sono sicuro che alla fine sarò con i primi in classifica tiro i remi in barca. Quando
al traguardo vedo i tempi mi viene un colpo!!!
Sono comunque terzo e se ci avessi creduto, chissà... Ma sono contento,
strafelice!!! Ho ottenuto un grande risultato."